Sul ponte di Perati bandiera nera: è il lutto della Julia che va alla guerra.
È il lutto degli Alpini che fan la guerra la meglio gioventù che va sottoterra.
Quelli che son partiti non son tornati sui monti della Grecia sono restati.
Un coro di fantasmi vien giù dai monti: l’è il coro degli Alpini che sono morti.
Alpini della Julia, in alto il cuore: sul ponte di Perati c’è il tricolore!
Giugno 1940.
Il governo italiano decide che è giunta l’ora di entrare nella guerra mondiale scatenata dalla Germania nazista nel settembre del 1939.
Si decide di entrare in guerra pur sapendo che l’esercito italiano non è sufficientemente attrezzato sia in termini di uomini, che di mezzi per affrontare una prova di questo genere.
Uno dei primi atti della guerra dovrà essere la punizione della Grecia che si rifiuta di sottostare alle pretese italiane accettando una sorta di protettorato.
È una guerra assurda, iniziata senza preparazione adeguata, senza alcun convincimento; è ancora una volta una guerra voluta da chi non l’avrebbe poi combattuta, mentre a morire sono state mandate tante giovani vite.
Ma tant’è!
Partendo dalle basi in Albania, che dal 1939 era stata occupata dall’Italia, l’esercito italiano si avventura sul territorio greco con l’idea degli alti comandi di condurre una guerra della durata di pochi giorni; idea smentita dalla realtà: infatti l’esercito greco ben attestato sul proprio territorio in due settimane di duri ed aspri combattimenti costrinse gli italiani a ritirarsi.
Il confine fra Albania e Grecia è segnato dal fiume Sarandaparos un affluente della Voiussa su cui sorgeva il villaggio Perat il cui ponte è diventato il simbolo di questa sciagurata Campagna di Grecia: attraversato di slancio per aggredire gli avversari è poi stato il baluardo su cui attestarsi nella ritirata.
Fra i soldati nacque così il canto Sul ponte di Perati.
Una nota particolare merita di essere segnalata: nella prima strofa si canta «l’è il lutto della Julia che va alla guerra»: perché gli Alpini, ma anche tutti i soldati, non andarono in guerra perché volevano farla, ma la subivano perché dovevano andarci, mandati da coloro che volevano fare la guerra, ma che erano poi quelli che non partivano!
È un canto triste, come triste ed assurda è la guerra, un canto che ricorda coloro che sono morti, ma che vuole anche orgogliosamente rivendicare il dovere compiuto fino in fondo affinché sul ponte possa sventolare la nostra bandiera tricolore.