Ed al di là del Piave, ci stà un’osteria,
là c’è da bere e da mangiare ed un bel letto per riposar.
E dopo aver mangiato, mangiato e ben bevuto le disse:
Ohi bella, se vuoi venire, questa è l’ora d’andà a dormir.
Mi si ghe vegnaria per una volta sola però ti prego,
lasciami stare che son figlia da maritar.
Se sei da maritare, dovevi dirlo prima,
sei sempre stata coi veci Alpini non sei figlia da maritar.
Il Piave.
Questo fiume che è entrato nell’immaginario collettivo degli Italiani: il Piave mormorava, sul Piave si è fermato il nemico dopo la rotta di Caporetto, il Piave ultimo baluardo e potrei continuare.
Ma il canto di cui parliamo questa volta non parla della guerra o almeno non della guerra combattuta.
Dietro al Piave nei momenti di riposo, i soldati cercavano una normalità di vita, o almeno una parvenza di normalità, nei tanti paesi che si affacciavano sulle rive del fiume.
E lì c’era un’osteria, una delle tante osterie che un tempo esistevano nei paesi. Là si poteva mangiare, bere, cantare e tentare l’approccio amoroso con le ragasse del posto.
Nell’atmosfera calda di un’osteria vediamo emergere il cameratismo maschile, una certa passione per gli alcolici e una disinvolta intraprendenza nei confronti delle ragazze; ritorna a sprazzi una rumorosa allegria che allontana il pensiero della morte.
Ed è così che nascevano amori più o meno duraturi, più o meno profondi.
Il testo della canzone non è certamente raffinato né grammaticalmente, né dal punto di vista del politically correct, anzi si potrebbe dire che non c’è un comportamento da gentiluomini, ma tant’è: questa era l’atmosfera della guerra in cui si badava molto poco alle belle maniere!!!
Cara la mia ragazza mi piaci voglio il tuo amore.
E no mio caro togliti dalla testa certe idee io voglio un marito non un amante. Ma come proprio con me fai la schizzinosa? Io so che con altri non hai fatto tante storie.
Beh, un comportamento di questo tipo non è proprio bello, ma in guerra ed in amore è tutto lecito.